Benvenuti sul sito www.maogabri.it |
Yellowstone: informazioni di carattere generale |
Home | Viaggi | Bici| Video-clip | Ebay | Contattaci |
PARCO DI YELLOWSTONE Scopo di queste pagine WEB č quello di illustrare alcune delle cose pių belle da vedere nel parco di Yellowstone. I filmati e le fotografie sono stati fatti da Massimo e Gabriella durante un viaggio da loro effettuato fra la fine di giugno ed i primi di luglio 2008.
|
|||||||||||||||||
CARATTERISTICHE DEL PARCO Si può raggiungere atterrando con un volo di linea a Salt Lake City. Da qui il parco dista circa 400 chilometri. Ha una superficie di 8.980 chilometri quadrati ed è circa il 20% più grande del Friuli Venezia Giulia. Ha una altitudine media di 2.400 metri sul livello del mare. Yellowstone è attraversato da diversi corsi d'acqua, il più lungo dei quali è il fiume Yellowstone (lungo oltre 1000 km), da cui il parco prende il nome. |
![]() |
||||||||||||||||
![]() |
Il parco ha oltre 300 chilometri di strade asfaltate che lo attraversano. E' perciò un parco di dimensioni immense, che non ha nulla di equivalente in Europa. Nel parco sono presenti molti sentieri che si estendono in totale per oltre 1.600 chilometri. Noi ne abbiamo percorsi alcuni per voi. Un sentiero lo abbiamo fatto assieme ad un Ranger che ci ha illustrato alcune caratteristiche del parco. |
||||||||||||||||
l parco ha più di 3000 Geyser che qui raggiungono la più alta densità al mondo, i più
grandi emettono getti di vapore a intervalli regolari che arrivano fino a 50 metri.
Le sorgenti calde sono ancora più numerose; l'acqua fuoriuscita da molte di queste è ricca di minerali che creano nei terreni attorno coni e terrazzi. L'esempio più famoso e impressionante è quello del Mammoth Hot Springs dove sono sorti dei depositi che toccano addirittura i 90 metri. |
|||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||
Yellowstone si trova di tutto: Geyeser, Canyon, cascate, pianure enormi a oltre 2.000 metri sul livello del mare e chi più ne ha più ne metta. Una sola precauzione: gli animali che incontrerete, anche se all’apparenza sembrano innocui perché non hanno paura dell’uomo, sono e restano selvaggi e per molti di loro l’uomo può diventare il loro cibo. Perciò rispettiamoli e teniamoci a distanza di sicurezza. Un Ranger del parco ci ha detto: se incontrate un orso lungo il sentiero, non avvicinatelo, cercate di stare tranquilli, non offritegli per nessun motivo al mondo da mangiare, non sbarrategli la strada e indietreggiando lentamente senza far capire di aver paura: “claps your hands and say: hi bear, I am not your lunch, don’t forget it!” ovvero “battendo le tue mani digli queste parole: “ciao orso, io non sono il tuo pranzo, non dimenticartelo!”. |
|||||||||||||||||
INCENDIO DEL 1988 I pini che compongono queste foreste sono chiamati Lodgepole Pine (Pinus Contorta) e appaiono molto diversi da quelli europei: sono molti alti e la chioma molto stretta si trova quasi interamente alla sommità dell'albero, lasciando così a nudo gran parte del tronco. L'estate del 1988 fu la più secca degli ultimi 112 anni nelle Rocky Mountains. Non piovve per cento giorni di seguito, da giugno a fine settembre. Tra le foreste del parco nazionale di Yellowstone soffiarono venti a 80 miglia all'ora. In pochi giorni a partire dal 14 giugno scoppiò uno dei più grandi incendi mai verificatosi in Nord America dal 1600 ad oggi. I primi fuochi cominciarono vicino allo Yellowstone Lake e furono causati dai fulmini e dalla siccità. In base al piano di controllo degli incendi gli esperti monitorarono le prime combustioni lasciandole bruciare liberamente. Pensavano che si sarebbero estinte, come le precedenti, nel giro di pochi giorni favorendo un ringiovanimento della foresta. La mancanza di precipitazioni, la straordinaria presenza di forti venti e alcune altre coincidenze sfavorevoli, fecero sì che le fiamme si propagassero velocemente per tutto il parco. Una dozzina di focolai si aggiunsero ai primi due cominciando a preoccupare seriamente. Per domare gli incendi furono utilizzati 25 mila pompieri, 77 elicotteri e 12 aerei cisterna. Venne chiesto aiuto persino alla Nasa che concesse l'uso di satelliti e apparecchi di monitoraggio ad alta quota (una versione migliorata degli aerei spia U-2) per fotografare l'intera area. In ogni caso la strategia adottata fu: lasciar fare alla natura. Nuovi fiori e piante sono cresciuti sulle ceneri tra le radici dei pini che nonostante le fiamme non sono morte. Oggi si lasciano bruciare i piccoli incendi che si sviluppano naturalmente. Questi vengono controllati ma si interviene solo in caso di fuochi dolosi o di roghi su aree troppo danneggiate. Oggi arrivare nel parco può lasciare un poco sconcertati, ma a guardare bene si capisce cosa voglia dire rinascita e rinnovamento. Vastissimi tratti di foresta sono ancora inceneriti e migliaia di alberi grigi macchiano le aree verdi come cicatrici insanabili. NOTE CONCLUSIVE
|